Nell'aprile del 2023 è stato pubblicato il rapporto finale dell'IPCC per questo decennio, ma il mondo continua a ignorare i terribili avvertimenti della scienza. E coloro che hanno il potere di cambiare le politiche continuano a condurci verso la catastrofe climatica.
Siamo scienziati e accademici. Non possiamo continuare a rimanere indifferenti. Questo maggio, unisciti per lanciare un unitario allarme scientifico in tutto il mondo!
Con 1,2°C di riscaldamento attuale, il collasso climatico indotto dall'uomo sta causando danni in tutti i continenti. La scienza lo ha previsto fin dagli anni Cinquanta del '800 e ci ha avvertito almeno dagli anni Cinquanta del '900. Oggi, i suoi impatti sono una realtà globale che provocano il degrado degli ecosistemi. Solo quest'anno, le ondate di calore e la siccità storica in corso hanno devastato il Sud America mentre l'Europa e la regione del Mediterraneo si stanno preparando a un'altra siccità dopo quella del 2022. Il Corno d'Africa sta affrontando un devastante quarto anno di siccità. L'anno scorso, siccità record hanno colpito anche il Nord del mondo e Pakistan, Nigeria e Australia hanno affrontato inondazioni record. Tutto questo provoca la perdita di milioni, se non decine di milioni, di vite, mezzi di sussistenza, case, distruzione di infrastrutture e una diffusa perdita dei raccolti. "Vi sto dicendo che stiamo mettendo i nostri figli su uno scuolabus di portata globale che, con il 98% di probabilità, finirà in un incidente mortale", H. J. Schellnhuber.
Tuttavia, il collasso climatico è solo uno dei nove limiti planetari identificati, di cui almeno sei sono già stati superati, mettendoci su un percorso di rapido avvicinamento ai punti di non ritorno biogeofisici, alcuni dei quali posso avere un effetto domino.
La popolazione mondiale continua a crescere ed entro il 2050 si prevede che la domanda di energia sarà superiore del 47% rispetto a quella attuale e che la domanda di 12 diversi minerali chiave aumenterà di sei volte. Un'economia globale che cresce al ritmo attuale sarà più grande del 33% dopo 10 anni. Inoltre, la nostra economia basata sulla crescita del PIL è stata un motore di disuguaglianza tra i Paesi e all'interno di essi, che a sua volta è alla base delle enormi disparità di utilizzo di energia e materiali tra i ricchi e gli ultra-ricchi e il resto delle nostre società. Questa disuguaglianza è al centro dell'emergenza eco-climatica, poiché l'élite da sola è destinata a consumare i 2/3 del budget di carbonio rimanente per restare sotto +1,5°C entro il 2050. Mentre il PIL pro capite aumenta il benessere nei Paesi più poveri, ha un effetto trascurabile sulla soddisfazione di vita quando i Paesi diventano più ricchi: è il paradosso di Easterlin.
Dopo aver creduto per anni alle fantasie di una crescita "illimitata" su un pianeta "limitato", anche con grandi sforzi per una crescita verde, la crescita del PIL è ancora accoppiata 1:1 al consumo di energia e materiali, e quindi porta a emissioni di gas serra e perdita di biodiversità. Ogni anno utilizziamo più risorse di quante la Terra ne possa rigenerare. Non siamo riusciti a diminuire le emissioni globali dopo l'Accordo di Parigi e "stiamo andando verso un inferno climatico con il piede sull'acceleratore". Siamo costretti a chiederci come tornare nella "zona sicura per il clima".
1: I combustibili fossili sono responsabili di oltre il 75% delle emissioni globali di gas serra e di quasi il 90% di tutte le emissioni di anidride carbonica. Pertanto, è essenziale una drastica riduzione del consumo di combustibili fossili: la transizione verso un'economia a basse emissioni di carbonio è stata considerata il passo più importante per affrontare la crisi eco-climatica. Tuttavia, mentre la capacità di produzione di energia da fonti rinnovabili è aumentata in modo esponenziale negli ultimi anni, le emissioni globali di carbonio continuano ad aumentare, raggiungendo il massimo storico nel 2022.
L'IPCC afferma che l'obiettivo di un mondo sostenibile e resistente al clima comporta cambiamenti fondamentali nel funzionamento della società e recentemente più di 1100 scienziati e accademici hanno esortato le istituzioni pubbliche e private, così come la società civile, ad abbracciare una "crescita sicura per il clima" (decrescita): un ridimensionamento dell'economia pianificato democraticamente, adattivo, sostenibile ed equo, a partire dai maggiori emettitori storici. Una crescita sicura per il clima sembra essere essenziale per mantenere il riscaldamento globale ben al di sotto dei 2° C ed evitare il riscaldamento di 3,2° C verso il quale stiamo correndo con le politiche attuali.
La crisi climatica ci costringerà a ridimensionare l'economia globale! K. Anderson, "La domanda ora è: noi pochi grandi consumatori faremo (volontariamente o con la forza) i cambiamenti fondamentali necessari per la decarbonizzazione in modo tempestivo e organizzato? O lotteremo per mantenere i nostri privilegi e lasceremo che il clima in rapido cambiamento lo faccia, in modo caotico e brutale, per noi?".
Per questo chiediamo misure urgenti per un ridimensionamento sostenibile dal punto di vista sociale, ecologico ed economico, "per fermare la spirale negativa in cui si trova il la geobiosfera e che minaccia l'intera Terra e tutta la vita sul pianeta", J. Rockström.
La scienza è chiara! Il rischio più grande è non agire!