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Un'accademia unita di fronte al collasso eco-climatico e sociale.

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Chiamata per gli accademici di tutte le discipline!
Nell'aprile del 2023 è stato pubblicato il rapporto finale dell'IPCC per questo decennio, ma il mondo continua a ignorare i terribili avvertimenti della scienza. E coloro che hanno il potere di cambiare le politiche continuano a condurci verso il collasso climatico, ecologico, e di conseguenza, sociale.
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Manifesto


Indice

1. Emergenza planetaria: manifesto per la mobilitazione della comunità scientifica italiana
2. Nessun dubbio: il ruolo chiave delle scienziate e scienziati nel cambio di paradigma sociale
3. Visione di Scientist Rebellion Italia
4. Tattiche e modalità di azione
5. Chiamata all’azione per la comunità scientifica italiana

1. Emergenza planetaria: manifesto per la mobilitazione della comunità scientifica italiana

Il presente manifesto origina dalla collaborazione tra studenti, cultori e professionisti della scienza che operano in vari settori della ricerca e dell’accademia universitaria. Dalle scienze dure a quelle sociali e umanistiche, condividiamo la stessa constatazione: per decenni, i governi hanno fallito nel mettere in atto politiche commisurate all'entità, urgenza e gravità delle crisi del clima, dell'energia e della biodiversità.

Alla luce dei molteplici limiti planetari già superati o a rischio di superamento [1], le minacce alla vita sul pianeta aumentano di giorno in giorno. La comunità scientifica, formalmente rappresentata da l’Intergovernmental Panel on Climate Change (IPCC) e da l’Intergovernmental Science-Policy Platform on Biodiversity and Ecosystem Services (IPBES), ha ripetutamente indicato un peggioramento dello stato di salute del pianeta [2]. Lo stesso IPCC ha concluso che la significativa alterazione del clima causata dagli esseri umani è un fatto incontrovertibile [3]. L’ultimo rapporto dell’IPCC insieme all’Emission Gap Report mostrano inoltre come le attuali politiche climatiche non siano in grado di mantenere il riscaldamento entro 1.5°C di aumento della temperatura media [4] [5]. Il superamento di tale soglia potrebbe innescare molteplici punti critici geobiofisici di non ritorno [6].

Abbiamo assistito ad almeno 15.000 morti legate alle ondate di calore In Europa [7]. Il 28% del territorio italiano presenta «evidenti segni» di degrado e desertificazione [8]. Stiamo vivendo la sesta estinzione di massa della biodiversità [9], che amplifica il degrado del suolo. Questi fenomeni contribuiscono, insieme agli eventi meteorologici estremi, alla perdita dei raccolti. Il 2021 e 2022 sono stati dichiarati dal World Wildlife Fund anni neri dell’agricoltura italiana [10]. Inoltre, il degrado degli ecosistemi è connesso all'aumento dei rischi di pandemie [11].

Il sesto rapporto dell'IPCC [4] è chiarissimo: i cambiamenti nei comportamenti individuali non sono sufficienti a garantire la decarbonizzazione, ma occorre una profonda e rapida trasformazione strutturale della società e del nostro sistema economico. Nel realizzare tale trasformazione sistemica, l’IPCC sottolinea la necessità di tutelare i gruppi sociali più vulnerabili. L’emergenza eco-climatica, infatti, colpirà sempre di più proprio donne, bambini e persone fragili o marginalizzate delle aree geografiche che più subiscono gli effetti catastrofici della crisi planetaria, ma che paradossalmente meno hanno contribuito alle emissioni globali [12].

L’attivismo eco-climatico risulta perciò legato indissolubilmente a questioni di giustizia sociale. Non agire per la tutela del pianeta equivale a minare i fondamenti stessi della civiltà.


2. Nessun dubbio: il ruolo chiave delle scienziate e scienziati nel cambio di paradigma sociale

Il pubblico ripone fiducia nella comunità scientifica e accademica [13], la quale ha negli ultimi decenni, fatto ampiamente ricorso agli strumenti e alle occasioni di divulgazione scientifica, di sensibilizzazione e diffusione del sapere nella società, attraverso raccolte di firme, petizioni, e conferenze, restando perlopiù inascoltata. Per questo, crediamo che sia arrivato il momento in cui i lavoratori della scienza riscoprano un ruolo attivo all’interno dei movimenti di giustizia ambientale e riteniamo che non sia più sufficiente limitarsi alla produzione di materiale scientifico, ma anche essere parte attiva del cambiamento sociale. Molti scienziati stanno delineando un percorso che prevede l'adozione di azioni di patrocinio e attivismo [14].

Per esempio, l'evidenza scientifica a supporto della minaccia alla sopravvivenza dell'umanità ha portato 11.000 membri della comunità scientifica a lanciare un allarme pubblico di emergenza eco-climatica nel 2019, rivolto a tutti i governi del pianeta [15]. Il documento è stato poi revisionato ogni anno e nella versione più recente ha raggiunto 15.000 firme [16].

Sin dagli inizi, diversi colleghi hanno fornito sostegno diretto ad Extinction Rebellion in Gran Bretagna, divenendo una parte integrante della maturazione del movimento eco-climatico occidentale. L’organizzazione Scientist Rebellion, nata nel 2020 da quella esperienza di militanza attiva grazie a due giovani colleghi, Mike Lynch-White e Dr. Tim Hewlett, ha enfatizzato la necessità di una mobilitazione della comunità scientifica internazionale basata sulla pratica della resistenza civile nonviolenta. Pratica che è stata motore di fondamentali cambiamenti sociali degli ultimi due secoli, tra cui i processi di decolonizzazione, la conquista dei diritti del lavoro, di voto per le donne, e dei diritti civili per le persone di colore [17]. Oggi, al cospetto della gravità della situazione, crediamo che la comunità scientifica debba mobilitarsi per chiedere un'azione immediata della politica, dell’industria e della finanza.


3. Visione di Scientist Rebellion Italia

Scientist Rebellion vuole mobilitare accademici e scienziati per agire a vari livelli di resistenza, con particolare enfasi sulle azioni di resistenza civile nonviolenta che catalizzino l’attenzione della comunità scientifica e sulla comunità scientifica [20]. Proponiamo questo cambio di paradigma e di strategia per ragioni logiche ed empiriche [18, 19, 21]. Ci siamo chiesti se proprio coloro che conoscono meglio lo stato di emergenza planetario continuano ad agire come se nulla fosse, chi altri dovrebbe rispondere all'urgenza della situazione? Solo se anche noi scienziati useremo la nostra reputazione e il prestigio di cui godiamo per mettere a nudo le bugie e l’inazione delle nostre istituzioni, potremo sperare di accelerare il progresso verso gli obiettivi di mitigazione e adattamento illustrati da IPCC e IPBES [2, 4].

Attraverso la mobilitazione della comunità scientifica, miriamo a costruire consenso collettivo per un processo di decarbonizzazione volto a limitare l'aumento della temperatura globale ben al di sotto dei 2 gradi Celsius. L'IPCC afferma che per ottenere un pianeta in cui la nostra presenza sia sostenibile siano necessari cambiamenti fondamentali nel funzionamento dei modelli di società [22]. Tra questi spicca la necessità di cambiare il nostro modo di produrre e consumare beni, e più in generale, il nostro modo di concepire il sistema economico. La storia ci dirà quale ne diventerà la forma, ma siamo certi che dovrà finalmente integrare l’idea che non è possibile una crescita economica indefinita su un pianeta finito, dalle risorse limitate [23].

Come l’IPCC, crediamo che la soluzione per la transizione non stia esclusivamente nell'impiego di soluzioni tecniche, ma passi necessariamente attraverso politiche di protezione e rigenerazione degli ecosistemi e da una radicale trasformazione sociale. Come l’IPCC, crediamo che interrompere i flussi di denaro pubblico verso le fonti fossili, ridurre la domanda energetica attraverso l’efficientamento energetico, sviluppare l’elettrificazione basata su energie rinnovabili, siano la strada maestra per la decarbonizzazione. Sentiamo doveroso sottolineare che l’adeguamento degli stili di vita dei singoli cittadini debba essere guidato dall’esempio delle classi agiate che più contribuiscono alle emissioni, consumi, e inquinamento. Nei paesi ad alto consumo come l’Italia, non possiamo permetterci il lusso di scegliere tra il cambiamento del sistema o il cambiamento dello stile di vita: ora abbiamo bisogno di entrambi. Diverse analisi hanno mostrato come a livello globale, il contributo alle emissioni clima-alteranti dell'1% dei cittadini con reddito più alto è maggiore delle emissioni totali di almeno il 50% dei cittadini più poveri [24].

Partecipiamo attivamente a diverse campagne coerenti con questa visione, affianchiamo le istanze di varie parti sociali offrendo il nostro contributo, la nostra conoscenza, e il nostro supporto come scienziati, consapevoli che il rischio più grande è quello di non agire.


4. Tattiche e modalità di azione

Come indicato nel sesto rapporto dell'IPCC, abbiamo “una finestra di opportunità che si sta rapidamente chiudendo”, e solo se agiamo ora possiamo “garantire un futuro vivibile e sostenibile per tutti” [3]. In linea con tale urgenza, dal 4 al 9 aprile 2022, oltre 1.000 scienziati in 27 Paesi si sono impegnati in azioni di protesta e scioperi per chiedere che la politica rispetti le promesse e gli accordi di Parigi. Ci siamo uniti a questa settimana di azione globale dall’Italia e abbiamo fatto notizia a livello nazionale.

Lo scorso ottobre abbiamo partecipato alla campagna Unite Against Climate Failure in Germania: tra Berlino e Monaco si sono svolte azioni per chiedere provvedimenti nel settore della finanza e dei trasporti. Un centinaio tra scienziati e attivisti, di cui 15 determinati a continuare ripetutamente le azioni fino all’ottenimento delle richieste o l’arresto, hanno trascorso una settimana in carcere, condannati alla custodia preventiva, facendo notizia a livello internazionale. Altri membri hanno effettuato azioni a supporto della campagna Make Them Pay, rivolta all’aviazione privata.

Dalla primavera 2023 supportiamo attivamente la richiesta “Stop ai sussidi pubblici alle fonti fossili” come parte della coalizione a sostegno della campagna Non Paghiamo il Fossile. A Padova, in concomitanza alla pubblicazione dell'ultimo rapporto IPCC, abbiamo occupato la sala contenente la prestigiosa Cattedra di Galileo Galilei, il padre del metodo scientifico, per ri-suonare l’allarme e chiedere che il mondo il scientifico e accademico supporti la richiesta rivolta al governo italiano: Stop ai sussidi pubblici a tutti i combustibili fossili.


5. Chiamata all’azione per la comunità scientifica italiana

Tra il 2019 e il 2021 l’Italia ha fornito 2,8 miliardi all'anno di finanze pubbliche ai combustibili fossili, piazzandosi al sesto posto mondiale tra i finanziatori dell’energia fossile, superando Arabia Saudita e Russia. Questo è inaccettabile.

Con il patto di Glasgow, l’Italia, assieme a 39 Paesi, aveva assicurato di non voler più investire soldi pubblici nel settore dei combustibili fossili a partire dalla fine del 2022: ora si rimangia la parola [26]. La stessa Agenzia Internazionale dell’Energia, nel 2021, ha dichiarato: “Se i governi del mondo fossero seri nell'affrontare la crisi climatica, smetterebbero di investire in combustibili fossili".

Nella settimana dal 7 al 13 maggio 2023 Scientist Rebellion coordinerà, a livello internazionale una seconda mobilitazione, che vedrà, tra gli altri gruppi sociali impegnati in azioni di disobbedienza civile nonviolenta, la partecipazione attiva di membri della comunità scientifica, professori, ricercatori e studenti: l’obiettivo è quello di ottenere lo stop ai sussidi pubblici all'industria del fossile.

Invitiamo l'intera comunità scientifica a firmare questo manifesto; invitiamo inoltre i colleghi a misurarsi con i metodi della resistenza civile nonviolenta oltre ai metodi tradizionali di sensibilizzazione delle coscienze. Questi ultimi si sono dimostrati insufficienti a prevenire la situazione emergenziale in cui ci troviamo [27]. Siamo convinti che una quantità inimmaginabile di sofferenza collettiva possa essere evitata grazie al contributo di tutti, se smetteremo di agire timidamente e attueremo le soluzioni necessarie disponibili. Crediamo fermamente che una giusta transizione richieda il primato del ragionamento scientifico ma anche dei comportamenti pro-sociali come l’ascolto empatico, la solidarietà, e l’altruismo [28].

Grazie per aver letto il manifesto, vi invitiamo a firmarlo:

Scientist Rebellion Italia


Co-firmatari:

Nome Titolo Disciplina Istituto
Federico Butera Professore emerito Fisica Tecnica Ambientale Politecnico di Milano
Piero Bevilacqua Professore ordinario Storia Università 1 la Sapienza
Enzo Scandurra Professore emerito Urbanistica e Ambiente Università 1 la Sapienza
Mauro Gallegati Professore ordinario Economia DIMA
Giuseppe Delmestri Professore ordinario Management e organizzazione aziendale WU Vienna University of Economics and Business
Alessandra Bonoli Professore ordinario Ingegneria delle Materie Prime Università di Bologna
Massimo De Marchi Professore associato Geografia Climate Justice Jean Monnet Centre of Excellence - Università di Padova
Mario Grosso Professore associato Ingegneria Ambientale Politecnico di Milano
Mauro Van Aken Professore associato Antropologia DIMA
Elia Valentini Professore associato Psicologia e neuroscienze University of Essex
Maria Letizia Ruello Ricercatrice Scienza e Tecnologia dei Materiali Dipartimento SIMAU - Università Politecnica delle Marche
Leonora Masini PostDoc Cultural History Brown University
Francesca Savoldi PostDoc Geografia TU Delft
Stefano Vicentin PostDoc Neuroscienze Università di Padova
Riccardo Mastini PhD Economia Ecologica Politecnico di Milano
Gesualdo Busacca PhD Antropologia e Archeologia Stanford University
Irene Malvestio PhD Fisica Universitá di Firenze, Universitat Pompeu Fabra (Barcellona)
Daniela Di Basilio PhD Psicologia The University of Manchester
Guido Occhipinti PhD Ecologia marina Istituto nazionale di oceanografia e geofisica sperimentale
Vittoria Dentella PhD Linguistica Universitat Rovira i Virgili
Matilde Signorini PhD Astrofisica Università di Firenze

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Referenze:

[1] Planetary boundaries - Stockholm Resilience Centre
[2] Global Assessment Report on Biodiversity and Ecosystem Services | IPBES secretariat
[3] AR5 Synthesis Report: Climate Change 2014 — IPCC
[4] AR6 Synthesis Report: Climate Change 2023 — IPCC
[5] Emissions Gap Report 2022
[6] Exceeding 1.5°C global warming could trigger multiple climate tipping points | Science
[7] Oms: in Europa le ondate di caldo del 2022 hanno causato almeno 15.000 morti - Greenreport: economia ecologica e sviluppo sostenibile
[8] Desertificazione e degrado del suolo: circa 500 milioni di persone vivono in aree di grave deterioramento
[9] Biological annihilation via the ongoing sixth mass extinction signaled by vertebrate population losses and declines | PNAS
[10] Clima - L'anno nero dell'agricoltura italiana | Pubblicazioni | WWF Italia
[11] IPBES #PandemicsReport: Escaping the 'Era of Pandemics'
[12] Imperialist appropriation in the world economy: Drain from the global South through unequal exchange, 1990–2015 - ScienceDirect
[13] 1. Scientists are among the most trusted groups in society, though many value practical experience over expertise
[14] From Publications to Public Actions: The Role of Universities in Facilitating Academic Advocacy and Activism in the Climate and Ecological Emergency
[15] World Scientists’ Warning of a Climate Emergency | BioScience | Oxford Academic
[16] World Scientists’ Warning of a Climate Emergency 2022 | BioScience | Oxford Academic
[17] Civil Resistance - Hardcover - Erica Chenoweth - Oxford University Press
[18] Why Civil Resistance Works
[19] Radical flanks of social movements can increase support for moderate factions | PNAS Nexus | Oxford Academic
[20] Point of View: The biospheric emergency calls for scientists to change tactics | eLife
[21] Civil disobedience by scientists helps press for urgent climate action
[22] FAQ 6: What is Climate Resilient Development and how do we pursue it?
[23] Degrowth can work — here’s how science can help
[24] Carbon emissions of richest 1 percent more than double the emissions of the poorest half of humanity | Oxfam International
[25] At a Crossroads: Assessing G20 and MDB international energy finance ahead of stop funding fossils pledge deadline
[26] L'Italia si rimangia le promesse sul finanziamento ai fossili
[27] Future of the human climate niche | PNAS
[28] 5 Demand, Services and Social Aspects of Mitigation